Scout, tre novità sulla vita comunitaria

L’attenzione riservata dai mass media agli scout dell’Agesci in questo agosto 2014 rappresenta un evento inusuale per chi segue la cronaca estiva delle manifestazioni e dei raduni, incontri sempre importanti e significativi per la comprensione del clima e dei sentimenti diffusi nel Paese. Soprattutto chi guarda con apprensione e speranza agli umori della componente giovanile della società, e in particolare a quelli dei gruppi giovanili di ambito cattolico, non può non essere stato colpito dalla nuova visibilità tributata al movimento scout nella stampa nazionale e nei principali canali televisivi in occasione della Route nazionale di San Rossore.

Non che lo scautismo cattolico non abbia già avuto modo di guadagnare in passato stima e simpatie, per l’azione educativa che svolge nei confronti delle fasce giovanili dagli 8 anni in poi secondo un modello di formazione e uno stile comunitario originali e completi. Dalle regole di vita della legge scout alla capacità di orientarsi e muoversi con rispetto e sicurezza nella natura; dalla organizzazione in piccoli gruppi alla pratica del servizio a favore dei più deboli; dalla espressione di sé attraverso il canto e la recitazione alla spiritualità; dallo sviluppo delle competenze individuali al cammino come scuola di vita.

Fino a oggi, però, quella stima e quella simpatia hanno trovato riconoscimento in una cerchia relativamente ristretta di ambienti sociali, mentre al di fuori di essi il movimento scout viene spesso visto come una sorta di curiosa anomalia, rispetto alle mode e alla 'normalità' della condizione giovanile nel sul complesso, un qualcosa da guardare con ammirazione, ma anche con un po’ di sospettoso distacco. Perché mentre il mondo sembra andare inevitabilmente verso l’individualismo consumistico, gli scout insegnano la comunità, l’essenzialità, la governance partecipativa e ferma e il valore della strada e del progresso per piccoli passi.

Mentre troppi giovani sviluppano un desiderio, per lo più scomposto, di emozioni di facile e superficiale consumo, gli scout insegnano la riflessione, l’impegno, la ricerca di sé, la fraternità, la spiritualità. Mentre il mondo va verso un intellettualismo sterile e verso la fuga nel virtuale, gli scout insegnano la manualità, lo sforzo fisico, la vita nella natura. Mentre tutto sembra spingere verso un pessimismo cosmico, gli scout predicano l’ottimismo della volontà. Mentre le generazioni si allontanano e la trasmissione della vita e dei valori sembrano non interessare più, gli scout parlano di scambio intergenerazionale e di educazione attraverso l’esempio.

Sarebbe interessante, ma lungo e complesso, interrogarsi sui motivi della nuova visibilità dello scautismo (la numerosità dei partecipanti, la presenza del presidente del Consiglio). Vale piuttosto la pena chiedersi cosa possiamo aspettarci da questa nuova visibilità o cosa ci auguriamo che avvenga. Le potenzialità dei media oggi sono una realtà di fatto, ma non sempre la connessione tra sociale vissuto e amplificazione da parte dei mezzi di comunicazione di massa produce gli effetti desiderati, come si deduce da ciò che è accaduto con i social network e con alcuni recenti movimenti di espressione sociale e politica (anti-nucleare, no-tav, ecologisti, popolo viola, indignados ecc.).
Sarebbe davvero un bel risultato se la maggiore comprensione del movimento scout, da parte di gruppi sociali e persone che sinora poco lo hanno conosciuto, desse vita a una riflessione meno scontata su tre aspetti centrali per la vita comunitaria. Innanzitutto, l’importanza del lavoro da effettuare su se stessi, e quella dei cambiamenti che una educazione sana può facilitare dall’interno nella persona umana, e il valore dell’educazione a differenza di forme di movimentismo strumentali alla conquista di posizioni di potere. In secondo luogo, il valore della contaminazione con la diversità, sia che si tratti degli emarginati, che dei portatori di handicap o degli avversari politici. Infine il significato della reciprocità, come volano per una forza innovativa coraggiosa, quella che passa attraverso il riconoscimento delle competenze come base per la gestione di processi comunitari di sviluppo, da contrapporre a molte delle consuetudini regressive in uso delle organizzazioni del nostro tempo.

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1 ° Congresso Mondiale di Educazione Scout (WSEC) si conclude

25th Nov 2013

HONG KONG - Dopo tre giorni di dibattiti, incontri e scambio tra persone provenienti da tutto il mondo, il 1 ° Congresso Mondiale di Educazione Scout è giunta al termine. L'evento ha riunito circa 500 partecipanti provenienti da oltre 100 paesi per discutere il futuro della formazione in Scoutismo. Oltre 1.000 persone hanno preso parte anche online, guardare dal vivo sessioni e postare commenti e domande.

- "L'enorme quantità, qualità e varietà di spunti raccolti in soli tre giorni sono incredibili E 'chiaro che il metodo Scout fornisce soluzioni per molte delle questioni sollevate, ma la sua attuazione deve essere costantemente adeguato all'attuale contesto sociale." dice Scott Teare, segretario generale del WOSM

Principali relatori al Congresso inclusi Christine Loh, un membro anziano del governo di Hong Kong, Chris Lonsdale , un uomo d'affari di grande successo nella regione Asia-Pacifico, e Amr Khaled , leader imprenditore sociale nella regione araba. Un tema ricorrente nelle loro presentazioni è stata la necessità di offrire ai giovani con le giuste competenze per navigare con successo il futuro. Video dei discorsi di apertura e le sessioni registrate sono disponibili sul sito Internet Conference e il canale World Scouting YouTube. .

Il Congresso Mondiale di Educazione Scout era solo l'inizio di un processo di esplorazione nella formazione che Scautismo offre ai giovani e dei fattori sociali che hanno un impatto su quanto Scouting realizza la sua missione, ora e in futuro. Questo lavoro proseguirà nei mesi a venire. Una relazione sui risultati del Congresso sarà pubblicata entro tre mesi dopo l'evento. Ma già, una prima sintesi delle discussioni e dei risultati è disponibile come un esempio nella forma di una mappa mentale. Aree evidenziate includono 21 Lifeskills secolo, promuovere la diversità, la responsabilizzazione dei giovani e interconnettività.

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Buona strada Papa Francesco

Ben arrivato Papa Francesco!

Una grande gioia, un grandissimo dono di Dio: tutta l'Associazione guarda a Te pronta a seguirTi.

Guidaci sulla via della santità! Siamo pronti a seguire il cammino di fratellanza, di fiducia e di amore che ci hai indicato fin dalle tue prime parole.

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Papa Francesco e i giovani, tra scout e smartphone

Papa

Il fazzolettone degli scout al collo e una foto ricordo scattata con il cellulare. Ecco alcune immagini di papa Francesco con i ragazzi della diocesi di Piacenza in occasione dell'incontro a "porte chiuse" nella Basilica di San Pietro (ansa)

Papa Francesco e l'autoscatto: quando il pontefice è social

Che Francesco fosse un pontefice al passo coi tempi lo avevamo capito, ma di ritrovarlo in un autoscatto pubblicato su Twitter ancora non ce l’aspettavamo. E’ quanto accaduto, invece, nella mattinata di ieri, 29 agosto, quando il Papa ha posato con un gruppo di scout piacentini nella Basilica di San Pietro. Il risultato, decisamente insolito, è quello che vedete qui sotto. Nella stessa giornata di ieri Francesco ha poi ricevuto in un’udienza privata presso la sua biblioteca il sovrano di Giordania, Abdallah II. Quest’ultimo era accompagnato dalla consorte, la Regina Rania, vero la quale, salutandola, il Papa ha accennato un galante baciamano.

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Perché gli scout?

A cosa pensate? È tutto questo (o quasi) l’occorrente di uno scout che parte per la sua strada, per la sua avventura. Strano pensare di voler fare parte di un tale gruppo, per andare incontro a certe situazioni e difficoltà che nessuno impone. Ad esempio, chi non si è mai chiesto cosa sono gli scout osservando un gruppo di ragazzi vestiti tutti allo stesso modo che cantano e sorridono? Ebbene, qui c’è una scout pronta a chiarire i dubbi riguardo questi strani omini che cercano di seguire gli insegnamenti del loro fondatore. Infatti, la storia degli scout, propriamente “scopritori”, è legata ad un grande personaggio vissuto nel 1900: Robert Baden Powell (anche se in realtà ha altri sette nomi). Fu proprio lui ad organizzare il primo campo estivo con un gruppo di ragazzi nel 1907 nell’isola di Brownsea e , quindi, a fondare il movimento scoutistico. Inizialmente questo era riservato solamente ai maschi; in seguito, anche grazie al matrimonio di B.P. con Olave St. Clair, fu aperto anche alle donne. È strano pensare come un uomo abbia potuto persuadere così tanti giovani nella ricerca di qualcosa, apparentemente scontata, ma efficace: il divertimento. Ed è questo il segreto dell’immediato successo del movimento scout.
E’ sorprendente pensare che questo movimento,  nato più di  cento anni fa, oggi trova milioni di consensi in tutto il mondo. Ed in ciascun Paese ha una particolarità diversa, a cominciare dalla camicia, azzurra in Italia e marrone negli U.S.A.; dai colori del cosiddetto “fazzollettone”, un foulard che come prima cosa indica l’appartenenza al gruppo scout; dal modo di animare le danze e un fuoco; ecc.

B.P, però non voleva in nessun modo separare gli uni dagli altri, nemmeno con il più piccolo dettaglio, e per questo istituì nel 1920 il raduno mondiale degli scout, il cosiddetto “Jamboree”, o anche marmellata di ragazzi. Il ruolo di questo enorme raduno era ed è, quello di raccogliere quanti più ragazzi possibile per far vivere loro l’esperienza di fratellanza tra popoli differenti, per far scoprire ad ognuno qualcosa in più dell’altro, qualcosa che vada oltre i confini geografici e i luoghi comuni.
La mia personale esperienza scout mi ha donato davvero tanti amici e insegnamenti e ha stravolto il mio modo di vedere le cose. È un sistema che permette a ciascun ragazzo di prendere poco a poco consapevolezza delle proprie azioni, della propria vita e, dunque, di diventare responsabile e indipendente. E nonostante spesso gli scout siano oggetto di barzellette, tutti sanno che questa è una delle esperienze più belle, anche se non sono pochi i casi di quelli che abbandonano la vita scout.
B.P. però, ricorda “Una volta scout, per sempre scout”. Sempre e completamente parte di questo mondo. Parola di scout.

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Mandela Day 2013

Nelson Mandela

Friday 19 July 2013


Nelson Mandela Day 2013 - Scouts visit and clean up Robben Island

Forty-five Scouts and Adult Leaders visited and cleaned up some of the shoreline on Robben Island on Monday the 8th of July as their 67 minute tribute and in preparation of Mandela Day on the 18th of July. The Scouts were from three different Scout Troops throughout the Western Cape - 2nd Bergvliet, 1st Monte Vista and 2nd Somerset West. They decided to honour Nelson Mandela by doing a litter sweep of the shoreline of the island. “On arrival we were given a tour of the island and the prison,” explains Peter Otzen, Troop Scouter 2nd Bergvliet. “It was a very humbling and eye opening experience for all of us. Some areas of the prison, especially Mandela’s cell block had a very real and eerie feel. It gave me goose bumps!”


After the visit the Scouts were given a lift to the shoreline where they started to collect the litter and debris. “We collected over 50 big black bags of litter. We also found dead birds, poacher bags, lots of fishing wire and other trash. We were not able to clean up the shoreline completely and it felt like a drop in the ocean after we left,” said Peter. “There is still a lot more work to be done, but we are really happy to have been able to contribute to curbing the effects of the debris for the islands wildlife.,” added Fiona Marinus, Scout Leader from 2nd Somerset West.

 

Before leaving the island the Scouts spoke to the conservation experts about possible solutions and the effect the litter has on the local wildlife. Robben Island's unique position ensures that a great deal of debris and litter lands up on its shores, which presents a substantial problem for the local wildlife. Of great concern is the risk which litter poses to the endangered Oyster Catchers, which breed in substantial numbers on the island.

“Nelson Mandela is the patron of Scouting in South Africa. He has lead by example and this is our way of giving back – over and above the 67 minutes of community service - and thanking him for all he has done. We had a great time, it was inspiring and I hope in future we can do more. After all as Scouts we aim to leave this world a little better than we found it” says a smiling Quintin Combrink, Troop Scouter of 1st Monte Vista.

SCOUTS South Africa is an independent, non-profit educational movement dedicated to the development of young people in achieving their full potential as individuals and responsible citizens. Central in this programme is a continuous transference of values such as honesty, loyalty, responsibility, respect; all aimed at governing individual behaviour and the development of strong leadership skills that will equip members to be of service to others and to their communities.

Courtesy: SCOUTS South Africa